di Peter Ciaccio, Claudiana, Torino 2012.
Ascoltare le canzoni dei Beatles, leggerne i testi e analizzarne l'impatto sulla società da un punto di vista cristiano non vuole essere l'ennesima lezioncina censoria dall'alto né una riabilitazione tardiva – sempre dall'alto – come quella recente (10 aprile 2010) dell'organo del Vaticano "L'osservatore romano" – che suscitò in Ringo Starr la laconica reazione «I couldn't care less!», traducibile con: «Non me ne potrebbe importare di meno!». Questo saggio vuole essere soltanto un umile tentativo di riallacciare quel dialogo tra fede cristiana e cultura pop interrotto bruscamente mezzo secolo fa. A tale scopo proviamo a rileggere il fenomeno Beatles "navigando" attraverso qualcosa che meno beatlesiano non potrebbe sembrare, ma che funge ancora da bussola nelle vite di molti: i Dieci comandamenti. Questi non sono, infatti, solamente dei precetti, ma si pongono come trascrizione sintetica del rapporto tra essere umano e Dio, in una dinamica tra il passato della memoria («il Signore Dio tuo ti ha salvato»), il presente della scelta e il futuro dell'amore. O, come direbbero i Beatles, Love. Peter Ciaccio |
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